REGGIO EMILIA SI È’ INNAMORATA DI QUESTA REGGIANA
La Reggiana ha concluso il girone di andata al terzo posto, con una sola sconfitta (Vicenza) e con il miglior attacco del girone. Ma vi faccio una domanda: qual’è l’avversario che si è dimostrato, in campo, superiore alla Reggiana? La mia risposta è nessuno, nemmeno il Vicenza o il Carpi. Certo, ci sono squadre che hanno messo in difficoltà i granata, vedi la Sambenedettese me nessun avversario si è dimostrato superiore a livello tattico, agonistico e di gioco nell’arco dei novanta minuti. La classifica dice solo che Vicenza e Carpi hanno fatto più punti.
A proposito del Padova. Voglio sperare che la formazione di Sullo si stata messa in crisi dagli infortuni di inizio partita e che le loro difficoltà nel fare calcio siano determinate dalla prestazione della Reggiana perché lunedi’ sera ho visto veramente una squadra povera di idee, d’organizzazione di gioco e anche di agonismo. Un brutto Padova che si è arreso a una Reggiana che forse si è adattata al non gioco dei veneti ma certamente superiore in tutto e per tutto. Una brutta partita dei veneti ma finita bene per i granata.
Ma non voglio soffermarmi su questo aspetto ma piuttosto sul clima ambientale, inteso come umore che si respira tra i tifosi, in città e più in generale a Reggio Emilia. E’ questo un elemento che avvalora più della straordinaria classifica, più del calcio che cerca di proporre Alvini, più dei dati statistici che pongono la Reggiana come terza forza del campionato. Vivendo in mezzo alla gente, camminando con loro all’ingresso e all’uscita della partita, ascoltando i loro discorsi, andando a carpire gli umori nel cuore della città, nei ritrovi tradizionali ma anche dove solitamente i reggiani discutono, parlano e fanno sentire il loro pensiero c’è un elemento che emerge in modo preponderante: questa Reggiana piace, entusiasma, coinvolge, ti fa sentire partecipe anche da parte di chi non va allo stadio. Si è ricreato un clima ambientale che ho già vissuto in altre stagioni, vedi la prima esperienza di Colombo, la stagione di Giordano, un periodo con Pane per non parlare degli anni di Marchioro. Non voglio cadere nella retorica “erano vent’anni che non mi divertivo cosi’” perché chi ha memoria storica ha la capacità di inquadrare bene questo momento calcistico. Capisco, però, che il tifoso vive di presente. Resta il fatto che Reggio Emilia si è innamorata di questa Reggiana. Lo sono per primi i tifosi e più in generale i reggiani.
I tifosi sono certamente condizionati dai risultati però è anche vero che questo umore ambientale l’ho avvertito anche nei momenti di parziale delusione, vedi i pareggi col Rimini, col Piacenza perché si tendeva a mettere la polvere sotto il tappeto per esaltare altri aspetti. Si avvertiva questo umore soprattutto dopo aver portato a casa la vittoria lottando, a denti stretti: in campo e sugli spalti. E’ un buon segnale.
In città basta andare in un bar, in un ristorante, girare per il centro storico e quando il discorso scivola sulla Reggiana piovono apprezzamenti e considerazioni positive. La più gettonata “è l’anno buono”. Anche episodi spiacevoli, vedi il caso Voltolini o l’agguato ai tifosi piacentini, viene minimizzato o passa in secondo piano. Non voglio parlare delle stanze del Palazzo perché questo elemento è evidente dato che la Provincia, per la prima volta, ha sponsorizzato la maglia granata. L’assessore allo sport Raffaella Curioni è ormai frequentatrice abitudinaria dello stadio. Politici e amministratori ormai fanno a gara per avvicinarsi.
Spetta certamente ad altri assegnare i meriti ma vorrei rimarcare che la società non ha trascurato niente per abbellire la “torta granata” anche se poi la ciliegina, come sempre, è la vittoria. Ma le tante iniziative di “inclusione” che la Reggiana ha fatto nei confronti del territorio sono una cornice di un quadro che i reggiani stanno sempre più apprezzando. Ci sono poi le coincidenze positive che offrono all’Italia calcistica una bella immagine della Reggiana e di Reggio Emilia. Quando sei in diretta Rai per Reggiana-Padova e presenti in sfilata tutto il tuo settore giovanile, che ha un forte impatto mediatico e la Reggiana vince, tutto ha un effetto dirompente.
Sotto il profilo squisitamente calcistico faccio una doveroso considerazione: la Reggiana di Alvini ha giocato una prima parte di stagione esaltante per risultati e gioco. Una squadra che andava a mille all’ora, aggressiva, votata all’attacco e in grado di travolgere tutto e tutti fino alla sfida col Carpi. Poi ha evidenziato di non avere tutte le energie per reggere il ritmo per novanta minuti ma gli bastava giocare un tempo per ipotecare la vittoria e poi gestire. Cosi’ ha fatto nella seconda parte del girone di andata, anche per necessità vedi gli i tanti infortuni a giocatori importanti (Lunetta, Scappini, Spanò ecc). Detto questo però vi faccio una domanda: cosa manca alla Reggiana per essere competitiva con Vicenza e Carpi? Questa volta non ho una risposta, anzi la lascio al direttore sportivo Doriano Tosi.
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