QUEL FILO SOTTILE CHE SEPARA LA CORTESIA DALLA FURBIZIA

Ho ascoltato le rimostrante dei dirigenti granata che erano al seguito della Reggiana a Fermo e mi sono chiesto, ancora una volta, se c’è un il filo sottile che separa la cortesia dalla furbizia. Per non dire una parolaccia. In questi anni al seguito della Reggiana ho sempre notato questa diversa interpretazione dell’accoglienza sportiva riservata alla squadra ospite.
Voglio fare subito una anticipazione: noi reggiani dobbiamo andare fieri della nostra cultura sportiva, della capacità di essere ospitali e di rimanere sempre nei limiti della civiltà sportiva anche quando, a nostro parere, subiamo delle ingiustizie sportive. Non cambierei questa mentalità, anzi mi auguro che i reggiani si avvicinino sempre di più al modello inglese dove non si tollera chi fa le sceneggiate o chi protesta e si chiede ai propri giocatori di dare il massimo fino alla fine, a prescindere dal risultato.
Detto questo non posso che prendere atto che ci sono stati due modelli diversi di ospitare gli avversari e la classe arbitrale.
Gli arbitri, vi assicuro, a Reggio vengono ospitati in modo straordinario, sfruttando anche ciò che offre la struttura del Giglio. Gli spogliatoi sono da Champion anche se si tratta di partite di serie C. Ma c’è d più. La terna arbitrale trova sempre ristoro, buffet, un omaggio che caratterizza il nostro territorio (Parmigiano Reggiana e Lambrusco) ma su richiesta anche la maglia della Reggiana. Un’accoglienza degna della reggianità e mai nessuno si è permesso di fare pressioni o in qualche modo condizionare il loro operato con una ostilità ambientale.
Anche in questo caso va fatta una premessa: non credo che nel corso di questa stagione la Reggiana possa lamentarsi degli arbitraggi, almeno quelli al Giglio Purtroppo il caso Perotti sta avendo un’onda lunga tra i tifosi per cui è un luogo comune asserire che gli arbitri danneggiano la Reggiana. 
Detto questo, però, occorre prendere atto che non è cosi’ per ciò che concerne le direzioni arbitrali che vedono la Reggiana impegnata in trasferta. Non è stato cosi’ nel passato e nel presente. Poi ci sono campi dove la civiltà sportiva non esiste oppure è venuta a mancare per le due ore della partita.
E qui entra in gioco il discorso dell’ospitalità riservata ai tifosi e ai dirigenti delle squadre che arrivano al Giglio. A loro è sempre riservata la tribuna d’onore. A volte anche un palco. Sempre il buffet, ristoro, l’accesso al parcheggio interno per il presidente oppure a quello davanti all’ingresso della tribuna. Pass per andare negli spogliatoi, ecc.
E quando sono in tribuna, se esultano per il gol della loro squadra, non sono infamati od offesi se rimangono nel decoro.
Tutto questo, invece, non trova corrispondenza quando i dirigenti granata sono in trasferta al seguito della Reggiana. Non è stato cosi’ in alcune storiche partite (Pagani) e anche a Fermo dove i dirigenti sono stati messi all’acqua e poi mandati via dalla tribuna centrale. Ma è stato lo stesso a Castellammare di Stabia. Purtroppo l’Italia calcistica è molto “lunga” e non c’è la stessa civiltà sportiva.
Ora il quesito è questo: ridiamo pan per focaccia oppure ci teniamo stretti la nostra cultura sportiva?

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