COME E’ CAMBIATA LA SOCIETA’ AC REGGIANA 1919
DA MARCO ARTURO ROMANO A ROMANO AMADEI

Se mettiamo a confronto l’assetto della società granata e come è cambiata in questi mesi possiamo notare che si è passato da due blocchi (Marco Arturo Romano da parte e i soci reggiani dall’altra) a un asse portante formato da Romano Amadei e Carmelo Salerno affiancati da un azionariato diffuso.
Facciamo un passo indietro. Quando Reggio Audace è ripartita dalla serie D le quote azionarie erano cosi’ divise:
Tecnologia e Sicurezza (Marco Arturo Romano) 30%
Federsicurezza (Marco Arturo Romano) 10%
Giuseppe Fico 23,13%
Conad 12,5%
Olmedo 8,13%
Mauro Carretti 8,13%
Gianni Perin 8,13%
Marco Arturo Romano aveva il 40% delle quote con una clausola di poter acquisire anche il 10% per passare in maggioranza.
Come si può notare Marco Arturo Romano aveva la maggioranza relativa e la possibilità di avere anche quella assoluta ma soprattutto aveva posto una condizione: ogni delibera del Cda doveva essere approvata con la regola dei 3/5 e in pratica lui aveva sempre la possibilità di invalidare ogni decisione. E’ per questo motivo che i soci reggiani sono stati costretti a liquidare Marco Arturo Romano con una robusta valorizzazione delle sue quote a fronte di un blocco finanziario dell’attività del club.
Con l’uscita di Marco Arturo Romano le quota sono state poi cosi’ suddivise
Conad 21,5%
Giuseppe Fico 18,7%
Olmedo 15,6%
Imm.Emme 14%
Len Solution 11,9%
Gianni Perin 8,1
Marco Arturo Romano 10% (quota che poi cederà ad Amadei)
In questo contesto si può notare come i soci reggiani si fossero fatti carico della gestione del club con un fardello pesante da sopportare per un campionato di serie D, a maggior ragione per un eventuale approdo in serie C. E’ vero che i soci hanno sempre detto di avere pronto un piano B che prevedeva il ripescaggio della Reggiana ma erano più parole dettate dal cuore che non dal portafoglio. Del resto i soci reggiani si erano già fatti carico della valorizzazione delle quote di Marco Arturo Romano. L’importo non è mai stato quantificato con precisione ma alle quota di 160mila euro occorre aggiungere i 100mila euro del 10% rimasto più i 70mila del premio promozione e poi la valorizzazione di 140mila euro per un totale di quasi mezzo milione di euro. E’ difficile ipotizzare che i soci potessero far fronte al ripescaggio della Reggiana (300mila euro a fondo perduto più le fideiussioni per oltre 600 mila euro) oltre che a garantire un budget ambizioso per la serie C. Le prospettive erano dunque di un anno di serie D di riequilibrio dei conti per poi ripartire. Come si può ben capire, nell’anno del Centenario sarebbero stati mesi molto difficili e amari. Per questo motivo l’avvento di Romano Amadei è stata una vera benedizione. Il classico colpo di fortuna dovuto all’arroganza del gruppo modenese proprietario del Modena che ha costretto Amadei e Salerno (come ammesso dallo stesso Carmelo Salerno) a uscire di scena. E’ stata la voglia di rivalsa e di prendersi la giusta rivincita che ha spinto Romano Amadei e poi Carmelo Salerno ad entrare nella società granata. Questa è la verità.
Ma torniamo all’assetto della Reggiana che con l’avvento di Romano Amadei, che ha preso il 30% delle quote (compreso il 10% di Marco Arturo Romano) e cosi’ i soci si sono alleggeriti ma soprattutto l’Immergas si è fatta carico delle fideiussioni necessarie per l’iscrizione oltre che i 300mila euro a fondo perduto.
Nel frattempo c’è da registrare l’ingresso in società di altri partner reggiani più o meno legati ai vecchi soci e che complessivamente si accollano il 20% di azioni.
Questo dunque il nuovo assetto.
Romano Amadei 30%
Cesare Roberto 10%
Livio Bondavalli 5%
Modul Casa 5%
Mauro Carretti 5%
Olmedo 5%
Cristiano Giaroni 5%
Gianni Perin 5%
Giuseppe Fico 10%
In questa fase i “vecchi” soci reggiani si sono alleggeriti dell’impegno finanziario con l’avvento di Amadei e dei nuovi soci. La gestione della Reggiana è onerosa ma si intravede la possibilità di poter dare stabilità e futuro al club con un socio forte come Romano Amadei.
L’ingresso di Romano Amadei non solo garantisce stabilità da un punto di vista finanziario ma si assume anche la responsabilità (e la soddisfazione) della gestione tecnica. Con l’avvento di Romano Amadei è scontata la scelta del ds Doriano Tosi. Non a caso tramontano nel frattempo le scelte che stava portando avanti il di Rocco Russo (Massimo Varini e Vito Grieco in primis) ma la sessa figura del direttore generale vene accantonata, lo stesso Russo toglie il disturbo e si dimette. La delega alla responsabilità passa a Romano Amadei che cosi’ sostituisce in Totò Marco Arturo Romano che - ricordiamo - aveva scelto Tito Corsi e Marco Lancetti quali responsabili dell’area tecnica.
Ai soci restano le deleghe del settore giovanile (Giuseppe Fico) della comunicazione (Luca Quintavalli), del commerciale (Cristiano Giaroni) e delle risorse finanziarie (Maro Carretti). In realtà, però, Romano Amadei attraverso l’Immergas inserisce delle figure di fiducia che governano la parte amministrativa e commerciale (Eugenio Imbergamo chief group controller) cosi’ come il settore giovanile viene affidato a Vittorio Cattani che era con lui a Modena e che è un uomo di fiducia di Romano Amadei. In poche parole la Reggiana è sempre più sotto il controllo di Romano Amadei. A livello di Comunicazione ci sono da registrare alcune variazioni ma soprattutto un minor coinvolgimento di Matrix Media che esce dal gruppo Olmedo.
L’ultima variazione d’assetto societario riguarda l’ingresso di Carmelo Salerno che aveva la presidenza e il 25% di azioni del Modena. Carmelo Salerno acquisisce il 25% delle azioni della Reggiana e con Romano Amadei hanno il 51% quindi la maggioranza assoluta. E’ bene subito rimarcare che non vi sarà mai una spaccatura in due tronconi perché sono molti i soci reggiani che saranno sempre dalla parte di Amadei, Giuseppe Fico per citarne uno. Quindi non si prenderanno decisioni a maggioranza come poteva essere con Marco Arturo Romano ma sarà sempre una gestione condivisa con una postilla: l’onere maggiore sarà sempre a carico di Amadei e Salerno.
Questo concetto viene estrinsecato nel nuovo assetto societario. E’ bene rimarcare anche alcune variazioni, ad esempio Luca Quintavalli partecipa come persona fisica e non più come Olmedo.
Romano Amadei 26%
Carmelo Salerno 25%
It Sport (Livio Bondavalli) 3,5%
Modulcasa (Iller Reggiani) 5%
Sarchio (Cesare Roberto) 7%
I storici soci reggiani al 33,5%
Ovviamente dato che che Salerno ha preso il 25% delle quote queste sono derivate da queste cessioni
Romano Amadei 4%
Sarchio 3%
It Sport 1,5%
Mauro Carretti 2%
Luca Quintavalli 1,5%
Cristiano Giaroni 2%
Gianni Perin 3%
Conad 4%
Giuseppe Fico 4%
Questo dunque il nuovo assetto della Reggio Audace che a breve diventerà Ac Reggiana 1919
Romano Amadei 26%
Carmelo Salerno 25%
Conad 16%
Sarchio 7%
Giuseppe Fico 6%
Modulcasa 5%
It Sport 3,5%
Luca Quintavalli 3,5%
Cristiano Giaroni 3%
Mauro Carretti 3%
Gianni Perin 2%
A livello di cariche dirigenziale non vi sono mai stati tanti cambiamenti, almeno per il momento anche se l’avvento di Carmelo Salerno comporterà qualche assetto alla scadenza, a dicembre, dell’attuale Cda. Il presidente dalla fondazione di Reggio Audace è sempre Luca Quintavalli a cui si è aggiunto il vice presidente Mauro Rondanini per Conad e l’amministratore delegato Mauro Carretti mentre il ruolo di direttore generale è stato accantonato.
CONCLUSIONI
Lascio alla libera interpretazione, di chi avrà avuto il tempo e la pazienza di leggere questo articolo, stilare le proprie considerazioni. Io mi limito ad alcuni aspetti.
I soci storici hanno fatto tanto e anche rischiato molto ma per loro fortuna è arrivato il cavaliere bianco Romano Amadei
La scelta di affidarsi a Marco Arturo Romano è stata una sciagura da un punto di vista finanziario e qualcuno dovrebbe chiedere scusa a Quintavalli e soci.
Senza Romano Amadei tutto ciò che oggi è realtà, con la Reggiana squadra rivelazione della serie C, sarebbe stata utopia. Non ho la controprova ma credo che nessuno potrebbe dire il contrario.
Oggi c’è una società ideale, perché c’è una colonna portante da un punto di vista finanziario (Amadei-Salerno) e un azionariato diffuso di piccoli o medi imprenditori che possono essere la linfa vitale per il club, oltre ovviamente agli sponsor
Ci sono i presupposti organizzativi ma soprattutto finanziari per garantire un rigido rispetto del budget che è sempre stato la “goccia” che ha portato allo scioglimenti delle varie società. E’ stato cosi’ con Iniziativa Tricolore che aveva lo stesso principio è anche con la gestione Mike Piazza, anche se in quest’ultimo caso solo per colpa sua.
Un rigido rispetto del budget e questo azionariato diffuso significa che le porte della Reggiana si possono ancora aprire a nuovi imprenditori, piccoli o medi, ad appassionati che vogliono entrare nella stanza dei bottoni o che vogliono sentirsi ancora di più parte integrante della famiglia granata.
Se si riuscirà ad allargare la “torta” magari Amadei e Salerno potranno alleggerirsi e tutto sarà ancora più semplice. Caso mai il budget potrà avere ancora più respiro e si potrà alzare l’asticella.
Ma l’aspetto che ritengo fondamentale è il non lasciare da solo Romano Amadei e Carmelo Salerno. Sarebbe un errore gravissimo. L’esperienza di un “uomo solo al comando” non regge a meno che sia Berlusconi o Moratti (poi anche loro alla fine hanno dovuto passare la mano) per cui l’azionariato diffuso va incrementato.
Chiudo asserendo che non credo all’azionariato popolare se non finalizzato a un progetto specifico. L’esperienza della costruzione dello stadio Giglio è stata unica.



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