BASTA PENALIZZARE I TIFOSI GRANATA

“Se rispetti i tifosi, da loro avrai rispetto”. E’ un concetto molto semplice. 
Credo di avere il diritto di schierarmi dalla parte dei tifosi reggiani e non credo che nessuno mi possa accusare di essere un “ruffiano” perché ricordo ancora lo striscione esposto dai tifosi in curva a Carrara “Magnani magna una merda, Paterlini magna meno” (ho ancora una foto ricordo) oppure a Pisa quando sono stato accerchiato all’uscita dallo stadio da un centinaio di tifosi o quando sono stato minacciato per telefono. Io, però, porto rispetto ai tifosi reggiani pur a volte non condividendo alcuni concetti tipici del mondo ultrà. Però, a tutto c’è un limite. Occorre rispetto per i tifosi reggiani che non fanno altro che manifestare la loro passione per la Reggiana.
Faccio un passo indietro perché è giusto che si capisca il valore del tifo granata. Nel 2012/2013 quando il Sassuolo sbarcò a Reggio Emilia sbandierando la serie A e il motto “il Sassuolo e la serie A arricchiranno Reggio Emilia” se non vi fosse stato un movimento trasversale con a capo il Gruppo Vandelli, la Reggiana sarebbe stata calpestata e quasi certamente cancellata. Chi ha vissuto quei momenti lo sa benissimo perché gli sportivi reggiani erano stati indottrinati a credere che la serie A sarebbe stata una grande attrattiva e qualcuno aveva anche pensato che tutto sommato il Sassuolo poteva diventare la squadra di Reggio Emilia anche perché la Reggiana in quel periodo era agonizzante. 
A ribellarsi e a rispolverare, con orgoglio, la storia e il passato, furono proprio i tifosi granata. Non i politici o gli amministratori che avevano invece calato il capo al cospetto della Mapei ma loro: i tifosi. Non li chiamo ultrà perché per me è un concetto più ampio. Li potrei definire gli “innamorati” o gli “irriducibili”. Loro hanno ridato fiato, slancio e tenuto in vita la passione per la Reggiana. La storia di questa società che ha festeggiato i 100 anni di vita.
E’ una premessa doverosa e che va riconosciuta perché appartiene alla storia e chi oggi si riempie la bocca di certi concetti dovrebbe avere l’umiltà di ammettere. Chi c’era allora in prima fila e chi ha difeso il “senso di appartenenza” può parlare. E se permettete io ero uno di questi. L’ho fatto con i miei articoli sulla Gazzetta, nel mio blog e me ne sono andato dal giornale quando volevano che negassi questo mio senso di appartenenza. Ma allo stesso tempo sono stato osteggiato, criticato e anche offese dai tifosi perché avevamo visioni diverse. Ma ci sta, è giusto. Ognuno fa il suo.
Per questo motivo mi sento in diritto di poter dire “basta penalizzare o demonizzare i tifosi reggiani”. Non mi sta bene per il trattamento che hanno riservato ai tifosi granata a Modena, ancora meno a Cesena. Non difendo chi non rispetta le regole di civile convivenza. Sono molto duro con alcuni dogmi ma a Reggio la tifoseria è sana, pulita e va rispettata.  
Bisogna conoscere il Gruppo Vandelli che ha un concetto di tifo dedicato alle famiglie, ai giovani, che fa dell’associazionismo granata il proprio vangelo. Ma lo stesso vale per le Teste Quadre che pur nella loro ottica portano avanti dei valori sociali e di amicizia. La solidarietà è un bene comune ed è fondante nei gruppi organizzati granata. Il rispetto e la disciplina pure. Questi concetti e l’associazionismo del Gruppo Vandelli e delle Teste Quadre sono le linee guida che un tempo avevano le sezioni dei partiti o le parrocchie.
Non condivido l’idea che i tifosi possano determinare le scelte tecniche o organizzative della Reggiana ma apprezzo il confronto e il dialogo su alcuni temi che riguardano la vita del club e dei tifosi. Ho condiviso le battaglie per avere equità di trattamento. Ci può essere un confronto sano, pulito, trasparente pur rispettando un principio che “ognuno deve fare il suo”. Fino a oggi è stato cosi’. A volte si è sbagliato. La Reggiana ha sbagliato. A volte i tifosi hanno invaso i confini. Ma poi si è rientrati nell’alveo e ognuno ha fatto la propria strada nel totale rispetto dei ruoli.
Reggio Emilia ha un numero record di diffidati. Non so se tutti lo meritano. Non posso entrare in questo ambito, però mi sento di dire che per questi diffidati Reggio Emilia o “i tifosi reggiani” come si sente dire, sono “violenti” oppure che per loro devono essere prese misure precauzionali. Il che significa ciò che abbiamo visto a Modena e sabato sera a Cesena. Non è giusto. Chi sbaglia deve pagare ma non può essere una macchia che si estende a tutto il tifo granata.
Sbaglia anche chi pensa che il Daspo sia un provvedimento “leggero” perché non è cosi’: è una violenza di libertà che si fa ad un individuo togliendogli anche una passione o un amore profondo. Vorrei tanto che il Questore chiamato a prendere questo provvedimento rifletta su ciò che sta per fare.
Il Gruppo Vandelli e le Teste Quadre, oltrettutto non rappresentano in toto i tifosi granata che vanno in curva Sud o nei Distinti. Ci sono tanti reggiani tifosi che non appartengono ai gruppi organizzati ma che vengono equiparati a loro e ne pagano le conseguenze. Non è giusto.
Non voglio portare in campo le tante manifestazioni di solidarietà compiute dai due gruppi nei confronti di persone disagiate. 
Lo spirito di corpo, il senso di appartenenza, la solidarietà, l’amicizia, l’organizzazione sono tutti valori che ritroviamo nel Vandelli come nelle Teste Quadre ma che ormai non ci sono più nella nostra società civile.
Questi gruppi organizzati sono una “grande famiglia” o se volete un ampio “gruppo di amici” che hanno come fattore comune la passione per la Reggiana.
Capisco che per chi ha un altro concetto di calcio è difficile da capire ma basterebbe partecipare, anche una sola volta, assieme al Vandelli o alle Teste Quadre per capire qualcosa d più.
Se me lo consentono vorrei citare due personaggi conosciuti: l’avvocato Stefano Marchesini e l’ex giocatore Matteo Pelatti.
Stefano Marchesini, è bene ricordare, a Cremona venne picchiato dai tifosi granata perché ritenuto “ostile” alla Reggiana nei suoi commenti televisivi. Oggi Marchesini e la sua famiglia sono degli assidui frequentatori del Gruppo Vandelli, al Giglio come in trasferta.
Matteo Pelatti è stato un giocatore importante, a volte criticato o contestato dagli stessi tifosi che oggi ha come amici nel Gruppo Vandelli.
Potrei andare avanti all’infinito per cercare di raccontare chi sono veramente i tifosi reggiani, quelli che si identificano nel Gruppo Vandelli e nelle Teste Quadre ma anche semplicemente quelli che frequentano la curva o i distinti. Se mai ci tornerò su questi argomento. So di essere stato prolisso e che in pochi o forse nessuno leggerà questo articolo ma concludendo vorrei chiedere, a tutti, di avere rispetto per i tifosi granata perché solo cosi’ potrete avere rispetto. 

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