IL BILANCIO DEL 2018/2019: UN TIFOSO CHE ENTRA ALLO STADIO
COSTA QUASI 8 EURO OGNI PARTITA
Il bilancio chiuso al 30 giugno del 2018 e che fa riferimento al campionato di serie D mi consente di fare alcune riflessioni che valgono anche per l’attuale stagione.
Il tema centrale è il costo fuori logica dello stadio per una società di serie D o di serie C. La premessa è che la responsabilità non è della Mapei come si pensi o si vuole pensare ma il fatto che la Reggiana ha utilizzato per un campionato di serie D e quest’anno per la serie C, uno stadio strutturato e come tale ha costi per la serie A. Sono certo che al Sassuolo il Mapei Stadium costa milioni di euro nella gestione ma sta nella logica di un bilancio di 100 milioni di euro. Il campionato della Reggiana lo scorso anno è costato 2 milioni e 240 mila euro e di questi circa 540mila euro sono andati per la gestione delle partite allo stadio. Gestione significa affitto dello stadio (240mila euro) più biglietteria e controllo allo stadio. Una cifra che rappresenta il 25% del costo complessivo del campionato. Facile capire che in serie D è quasi follia. E bisogna considerare che lo scorso anno il settore Distinti è stato chiuso e la curva Nord (ospiti) è stata aperta per pochissime partite. Quest’anno con l’utilizzo di tutti i settori il costo per il controllo dello stadio (steward ecc) sarà lievitato.
Provate a pensare che ogni volta che un abbonato entra allo stadio la Reggiana ha un costo di 8 euro. Non a caso la quota abbonati è stata di 210 mila euro. In pratica non sono serviti nemmeno per pagare l’affitto. Nemmeno se agli abbonati aggiungiamo la quota degli incassi per i biglietti(118mila euro) e le gare di play off e Coppa (48mila euro) raggiungiamo la parità dato che i tifosi hanno portato 377mila euro nelle casse granata con un disavanzo di 163mila euro. Per paradosso si potrebbe dire che se la Reggiana giocava a porte chiuse al Mirabello avrebbe guadagnato. In realtà non è cosi’ perché l’esoso affitto dello stadio ha consentito alla Reggiana, attraverso i servizi di marketing (i 32 palchi, giro led, maxischerzo, impianto fonico ecc. ) di introitare 1 milione e 300 mila euro di sponsorizzazioni. Sponsorizzazioni che indubbiamente sono facilitati dalla struttura del Mapei Stadium. Nessuno può fare il calcolo ma senza tutti i servizi del Mapei Stadium la quota di sponsorizzazioni sarebbe decisamente più bassa. Faccio un solo esempio: i 32 palchi generano una media di 300mila euro, ciò che al Mirabello, ad esempio, non è possibile.
Ma torniamo al discorso iniziale: alla Reggiana ogni partita in serie D è stata 31mila 764 euro. Se dividiamo il costo di gestione dello stadio per la quota abbonati e paganti abbiamo un costo di 131 euro complessivi che divisi per le 17 partite di campionato fanno un costo per ogni tifosi di 7.7 euro a partita. Ogni abbonato, invece, che entra allo stadio costa alla Reggiana 8 euro.
Come si può migliorare? Facile. Aumentando la quota abbonati (quest’anno è di oltre 5.000 unità) e i paganti ai botteghini anche se tenere aperto tutti i settori avrà un aumento nei costi dei servizi e di controllo. E’ però anche vero che la quota sponsor quasi sicuramente avrà un incremento: l’ipotesi a budget è di passare da 1 milione e 300mila euro dello scorso anno a quasi 2 milioni di euro.
C’è però un altro elemento che non va tralasciato: la Reggiana ha pagato 46mila euro di affitto per i campi d’allenamento. Una quota non elevata perché rispetto al passato non c’è l’affitto dei campi della curia (16mila euro) ma è pur sempre un elemento che deve essere valutato perchéè destinato a incrementarsi se non interverrà la Fondazione.
Altra curiosità sono i 17mila euro di multa che la società ha dovuto pagare per intemperanze varie allo stadio.
In termini di costi di produzione dobbiamo valutare i 792mila euro per giocatori e staff tecnico. Una cifra che essendo in serie D, cioè nei dilettanti, non prevede il versamento di oneri che invece ci sono in serie C e non a caso per questa stagione il costo di produzione, cioè ingaggio di giocatori e staff tecnico, supererà i 2 milioni di euro.
In ogni caso quasi 800mila euro di ingaggi è certamente un elemento da rimarcare perché significa una media di 40mila euro a giocatore. In serie D solo poche società si possono permettere certe cifre. Il risultato sportivo (terzi in campionato) non è andato di pari passo ma del resto si sa che non c’è una correlazione diretta tra i soldi investiti e i risultati sportivi. Lo stesso ragionamento vale se prendiamo il costo complessivo del club: la Reggiana lo scorso anno ha speso 2 milioni e 240mila euro per arrivare terza in campionato. Non credo che si possa essere soddisfatti anche se il Modena certamente non ha speso meno.
Un altro elemento da sottolineare è come la struttura del club sia molto snella dato che solo 2 impiegati sono assunti mentre le altre figure sono a contratto di collaborazione. Una struttura che però facilmente è destinata ad aumentare.
L’ultima curiosità di difficile interpretazione riguarda il fatto che il bilancio della Reggiana chiuso al 30 giugno del 2018 è stato anche sottoscritto da Romano Amadei che solo quattro giorni prima era entrato a far parte della società acquisendo una quota rilevante del club.
Il disavanzo di gestione è stato di 516mila euro che è stato interamente ripianato dai soci che poi hanno provveduto a ricapitalizzare la società. Nel bilancio, ovviamente, non viene esplicitato se Romano Amadei ha concorso o meno al ripianamento delle perdite o solo alla ricostruzione del capitale. E’ sempre bene ricordare che stiamo parlando di un bilancio di una società di serie D,quindi della Lega Nazionale Dilettanti

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