ECCO PERCHE’ CREDO CHE TUTTO SIA POSSIBILE
Ancora una volta ho avuto la sensazione che questo può essere l’anno buono. I motivi? Ce ne sono tanti. Il primo è che dopo la sosta invernale e con un assetto modificato, soprattutto in difesa, contro un avversario che voleva concedere poco o niente, avevi tutto da perdere. Vincere queste partite fa bene alla classifica ma soprattutto fa comprendere che qualsiasi impresa è possibile.
Chi non ha visto la partita ma solo il risultato (3 a 1) può pensare: ancora una netta vittoria della Reggiana e invece è stata incredibilmente determinata dagli episodi. Credo che il tecnico reggiano Luciano Foschi farà fatica a spiegare a chi non c’era al Giglio la sconfitta del suo Ravenna.
Si dice che la fortuna va aiutata e questo è certamente vero, però è quando gli episodi che ti girano a favore che capisci che il campionato è sotto il segno della Reggiana. Un particolare? Il Ravenna nel primo tempo ha avuto due o tre occasioni incredibili davanti al portiere e a porta spalancata, oltre a prendere un palo ma poi è arrivata una punizione dal limite dell’area (un regalo dell’arbitro, tanto per rimarcare che la classe arbitrale non è ostile ai granata) che Radrezza ha battuto splendidamente ma la palla finisce sul palo. In altre occasioni la palla torna in campo o esce a lato, in questa occasione, doppia carambola e gol di Marchi. Ma non è questo l’episodio chiave perché nei minuti di recupero Nocciolini ha la porta spalancata ma incredibilmente la mette a lato. Andare al riposo in vantaggio è un grande toccasana. E come sempre accade, nella ripresa dal possibile pareggio del Ravenna, cambiando anche marcia e rinforzando il centrocampo, la Reggiana di fatto chiude la partita con Kargbo. Poi arriva un altro episodio chiave. Le partite della Reggiana non sono mai chiuse, vedi Rimini, ma quando Nocciolini con un eurogol la riapre ecco che su un incredibil errore della difesa del Ravenna, Scappini intuisce il retropassaggio del difensore e mette il sigillo a un finale di partita che poteva essere complicato.
Episodi favorevoli e bravura della Reggiana che ancora una volta inducono a pensare che è giusto credere nel primo posto. Per lo meno mettere nelle condizioni il Vicenza di rischiare di perdere il primato.
C’è poi un fattore ambientale che devo dire erano anni che non si evidenziava, perché c’è una forte coesione tra pubblico e squadra. Non parlo solo del Gruppo Vandelli e delle Teste Quadre perché loro ci saranno sempre ma proprio del “popolino” cioè quei tifosi spesso silenziosi o definiti “occasionali” che fanno da corollario al match e che quest’anno partecipano, incitano, soffrono e gioiscono con la Reggiana. Questa è la grande vittoria dei soci reggiani. Non cito solo il presidente Luca Quintavalli perché sarebbe riduttivo. Amadei e Salerno sono fortunati a ricevere in dote questo “patrimonio” di passione e dovranno cercare di accompagnare questo amore per la Reggiana verso un traguardo storico.
La Reggiana vista con il Ravenna aveva assenze importanti e qualcosa ha concesso, però è proprio in queste occasioni che si vede la forza del gruppo. Non giudico le prestazioni dei singoli, non chiamo in causa le assenze ma voglio rimarcare che ora l’organico della Reggiana mi pare strutturato per puntare al primo posto. Non sono stati inseriti dei giocatori (Favalli, Zamparo e Valencia) in grado di cambiare il corso della stagione perché l’assetto di squadra è già ben definito. Piuttosto occorre rimarcare come il rientro di Scappini è di quelli che fanno la differenza e si è visto. Ma i tre innesti consentono ad Alvini di avere dei buoni cambi in corso di partita o coprire le eventuali assenze. E’ questo che fa la differenza. Se devo giudicare i tre innesti penso che Favalli sia un giocatore continuo è che in pagella avrà sempre la sufficienza senza però mai eccellere, Zamparo è un attaccante che deve ancora dimostrare di essere di categoria e Valencia è senza dubbio il giocatore più interessante ma anche quello più discontinuo, difficile da gestire tatticamente ma anche intrigante perché in grado di scardinare le difese avversarie. Mi fa piacere, invece, rimarcare che Radrezza sta dando continuità al suo estro ed è sempre più padrone del campo, come Rossi è ormai un “professore” nel dettare i tempi delle giocate. Kargbo? Da centravanti è limitato perché il suo habitat è la fascia laterale, però anche davanti alla porta ha degli spunti e il gol lo testimonia.
In trema di mercato, se posso suggirire, penserei all’arrivo di un centrocampista di quantità dai piedi buoni per dare forza al centrocampo che ora ha solo Varone come punto di forza. Un numero 8 giovane e di prospettiva.
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